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DOLORE, EMOZIONI, FRAMMENTI DI VITA, LUCE, MALATTIA, POESIE, RIFLESSIONI, SENSAZIONI, SOFFERENZA, SOGNI, STELLASOLITARIA, TRISTEZZA
Semplici schegge di tristezza
dritte nei miei pensieri…
semplici schegge di tristezza
che mi frantumano il cuore…
arthur ha detto:
Eh mannaggia, cosa è successo mai?
stellasolitaria ha detto:
Era solo una semplice riflessione, che anticipa un post che sto per scrivere ispirato al fatto che intorno a me tanta gente malata e tanta gente che piano piano se ne sta andando.
La vita, lo so, ma in ogni coso mi frantuma il cuore.
Diemme ha detto:
Ti ho sentito oggi che eri giù, per questo ti avevo scritto una lunga lettera.
Oggi è stata una giornata infernale. Anch’io ho tanta tristezza attorno a me.
stellasolitaria ha detto:
Mi dispiace Diemme che tu fossi triste, e in effetti anche che la lunga lettera sia andata persa.
Poi il post che avrei voluto scrivere è rimasto intrappolato tra anima e cuore, in una posizione difficile da mandare giù!!!
Vedro’ oggi cosa dice il cuore e cosa dice l’anima e poi vediamo….
riccardo ha detto:
Rieccomi dopo tanto tempo, cara Monica!
Che dire, certe realtà sono dure da accettare o anche solo da immaginare.
Il dolore e la morte sono delle maledette ma inevitabili compagne di viaggio.
Ma forse, quel che è peggio consiste nel fatto che raramente in esse scorgiamo un’ombra di senso o di logica.
La morte ed il dolore ci colpiscono in un modo che in un certo senso, fa morire un po’ anche noi.
Di fronte a realtà come queste, ci si chiede se l’universo sia stato creato da Dio e non piuttosto, dal Diavolo.
Per Dostoevskij, di fronte al pianto di un bambino ha torto… perfino Dio.
E’ un pensiero estremo, forse anche blasfemo. Eppure la realtà del dolore (e del Male) è innegabile.
Ma non possiamo fare altro che opporci a questo disorientamento con tutto il nostro essere, finchè l’onda non sia passata.
Il rischio è di cedere al dolore e di rendere il suo potere, piu forte. Ma lo è già troppo!
Un abbraccio!
stellasolitaria ha detto:
Riccardo,
ben tornato nel mio cielo. Sai, ho sempre avuto difficoltà a lasciare un commento sul tuo blog ma è già la seconda volta (ieri e qualche giorno fa) che volevo ri commentare l’interlocutore immaginario e mi ha dato errore e non ha salvato nulla.
Anche il credere in qcn superiore a noi, anche credere che il domani sarà luce e splendore (quel domani) non aiuta a versare lacrime meno tristi, se qcn a cui vogliamo bene soffre di un male che lo divora piano piano o lo inghiotte nel volgere di un baleno. Non aiuta a vivere i silenzi senza queste persone, che per te sono tutta la tua vita. Ma la vita non è nostra, è un dono che ci è stato fatto, noi la viviamo ma ci puo’ essere tolta da un momento all’altro. Dolore, sofferenza, morte, si nostre compagne di viaggio, ma anche luce amore amicizia affetto simpatia gioia…
L’universo è stato creato da Dio. Il diavolo ci si mette ogni tanto a rompere le scatole e lui cerca ancora di avere perfezione e bellezza, e lui ci si mette ancora. E’ un braccio di ferro senza fine.
Noi siamo nati per essere felici, non per soffrire e per stare male…
Il dolore si supera, con la fede, l’amore, la speranza.
Nei momenti di difficoltà non bisogna mai arrendersi, una luce splende sempre, basta volerla vedere.
Un abbraccio Stella
Irish Coffee ha detto:
le schegge come sai son fatte per dar fastidion per far male
ma si possono togliere
in questo caso urge la “giusta pinzetta”
e pian piano….
tutto è nelle tue mani
ricordalo
buon week end cara
stellasolitaria ha detto:
Irish carissima,
ma cosa puoi fare quando intorno a te tanta gente che soffre, piano piano verso una porta che si sta per aprire? vedi la sofferenza sui loro volti, senti il male che sta loro parlando, e il cuore ti si spezza. Vedi persone a cui vuoi un sacco di bene a pezzi x’ anche i loro cari stanno x aprire quella porta.
Schegge che fanno male ma non ci puoi fare niente.
Mio papà x una scheggia ha perso un occhio e questo gli impedito di godersi uno dei periodi piu belli della sua vita: la nascita del secondo mostro (il primo mostro ero io).
Schegge che fanno male e che a volte restano.
Balibar ha detto:
“Noi siamo nati per essere felici, non pre soffrire e per star male…”
Ottima partenza. Alla faccia di chi vuol legare la nostra vita ad “una valle di lacrime” ed è sempre pronto ad aggiungere “ricorda che devi morire”.
Leggerezza ed un sorriso, questo occorre.
(ovvio che ciò non toglie l’esistenza del dolore, ma non bisogna farne il centro del nostro essere qui ed ora).
Ciao Sctella
stellasolitaria ha detto:
Carissimo Balibar,
ben ritrovato nel mio cielo.
L’importante in un viaggio è sapere da dove parti e dove devi arrivare. Solo stabiliti questi due punti puoi buttare giù il programma di viaggio (e te lo dice uno che ama i viaggi avventura e per cui i numeri danno stabilità e tranquillità)
Il giorno in cui nasciamo inizia il nostro viaggio e termina quando moriamo, ma tanto c’è in mezzo e ce lo giochiamo noi, anche se lui ha già scritto tutto, ma le sfumature quelle sono nostre.
Il sorriso è il motto del mio blog:
sorridi sempre e comunque è la morale
SORRIDI ANCHE SE IL TUO SORRISO è TRISTE
PERCHè ANCOR PIU TRISTE DEL TUO SORRISO TRISTE
è LA TRISTEZZA DI NON POTER SORRIDERE
Leggerezza è ciò che Riccardo e io chiamiamo auto ironia, mai prendersi troppo sul serio, ridersi addosso, e permettere anche agli altri di farlo.
Noi durante il viaggio possiamo piangere, essere tristi, ma è una tappa del viaggio non IL VIAGGIO. Quello è luce.
Ti abbraccio, a presto Stella….
(P.s. Sctella è un misto tra sdella e stella)
Balibar ha detto:
Nel mio viaggio ho fatto esperienze cristiane (non ho detto cattoliche) molto importanti, poi ho attraversato la Persia, i mari dell’india e della Cina, fino al Giappone ed oltre.
Oggi ho una visione di Dio, dell’universo, della vita e della morte un po’ particolari.
Mantengo comunque gran rispetto per chi si fa ricercatore spirituale con onestà.
Se capiterà ne parleremo (te lo dico per farmi conoscere un po’ meglio). E se non lo hai visto, cerca il film Samsara, mi darai il tuo parere.
In Emilia, o in Romagna, il tuo nome verrebbe pronunciato con la esse di (sc)iare
stellasolitaria ha detto:
Cao Balibar,
eh lo so bene che si dice sc, eh si lo so bene 😉
Le esperienze di vita ci creano un bagaglio culturale, ci fanno crescere, ci rendono diversi, non dico migliori, ma diversi.
IO credo e ho bisogno di credere, per lasciare il meno possibile lontano dal mio volto il mio sorriso. Il sorriso è come una cornice per un bel quadro, come i capelli per il volto. Sorriso, per il cuore, per l’anima, per noi e per chi ci sta attorno.
Mi piacerebbe parlare con te di questo. IO sono reale. Stella è l’io narrante di Monica.
L’importante è rispettare chi ci sta intorno, e prima di tutto noi stessi.
L’hai letto il mio ultimo post. A proposito di rispetto per noi stessi???
Lo guarderò e poi ne riparleremo.
Viaggiare è capire, è conoscere, è crescere, è guardare il mondo con oggi nuovi.
A presto Monica
Naufrago ha detto:
Il problema non sono le scheggie della tristezza, ma l’angoscia che ci prende quando non vediamo la fine di un tunnel.
Allora sì che la sofferenza aumenta…
Bel blog, complimenti