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CIELO, EMOZIONI, IL PRIMO PASSO, POESIE, SENSAZIONI, SOGNI, SOLE, STELLA, STELLA SOLITARIA
Nel cielo brilla una nuova Stella
che illumina questo nuovo cielo.
La notte cala su di noi
e ci avvolge con il suo manto
di buio e fascino.
La Stella vorrebbe essere ancora più luminosa
per fare capire al sole che lei è li.
La Stella vorrebbe che il sole notasse
che lei è Stella
Lei, che brilla di luce propria.
La Stella ha versato tante lacrime
ora disperse nel cielo,
ma ora la Stella ha solo sorrisi,
anche se non sa come far capire al Sole che è li.
Lei è Stella…
****
L’uscita di questo post in concomitanza con uno di uguale titolo e uguale foto sul blog di Diemme è concordata.
Diemme ha detto:
E lui è il Sole…
*** ma un sole decisamente de’ coccio! ***
Fra Puccino ha detto:
Vabbé, ma a s’to sole gli hai mandato qualche messaggio? Noi uomini saremo di coccio, ma proprio per questo ci dovete smuovere in qualche maniera. Tacco alto e gonna corta, del caso, funzionano sempre.
Intanto, ti lascio con una frase da una canzone dei Rammstein che dice
Hier kommt die Sonne, Sie ist der hellste Stern von allen “Arriva la Sole (in tedesco è femminile), la più luminosa delle Stelle”.
Non ti linko il video, perché sembra il trailer di un porno 😀
Diemme ha detto:
Caro Fra… ho riferito il messaggio.
Tacco alto e gonna corta. Mi sono raccomandata. 😉
balibar ha detto:
Ciao Stella, forse hai visto che frequento il blog di Diemme.
Ho uno scritto che forse ti piacerebbe, una favola che parla di stelle e di incontri.
Ma rispetto la tua sensibilità e te lo mando solo se a te fa piacere. E’ molto lungo (due pagine a 12 pt) e rischia anche di essere commovente.
In ogni caso buona vita.
Diemme ha detto:
Voglio leggerloooooooooooo!!!
stellasolitaria ha detto:
Diemme che lui sia il sole lo dici tu (speriamo), se è di coccio forse si, ma Stellina brilla, di più per ora non sa cosa fare. Stellina brilla e sorride e speriamo che il Sole si intenerisca…(i consigli Maestrisii sono sempre attesi nella mail che spero di ricevere come dono di oggi, eh Diemme)
stellasolitaria ha detto:
La gonnellina corta x Stella è un must, i tacchi alti purtroppo no, non vanno molto d’accordo con il suo personaggio (ma x una volta si può anche fare…nella camera armadio ci sono anche loro e sono davvero sexy)…capelli sciolti con questi ricci disordinati dal vento, vestitino corto vedo non vedo e ti concedo i tacchi alti, e il suo grande sorriso…ma al Sole glielo dite voi di darsi una svegliata x’ se no qui viene il temporale!!!
Non conosco la canzone, xo’ mi ha ricordato dei versi scritti ai tempi delle superiori con la parola Sonne…così caz….ndo durante le lezioni di italiano e storia (x me esisteva solo Tedesco e scrivevo di tutto, si durante le altre materie) (il mio amore x la germania e x la lingua tedesca, ma questa è un’altra storia lunghissima tipo israele) li cerco e poi li pubblico eh???
Pero’ il video lo vedevo volentieri, non x il porno ma x la canzoncina … adesso la cerco…
cmq arriverà anche il sole ma io qua non l’ho ancora visto…
stellasolitaria ha detto:
Diemme scusa ma il messaggio a chi l’hai recapitato??? mi sono persa…
recapitatelo al sole che magari passa il temporale!!!
stellasolitaria ha detto:
Balibar benvenuto nel regno di Stella. Certo che ho letto i suoi lunghissimi e carinissimi commenti a Diemme (e infatti iniziavo a esser un po’ gelosa di Diemmuccia…lei dice ad Arthur che ha uno stuolo di fanciulle ma anche sei con i boys non scherza mica eh)(ma adesso che sei giunto al mio castello sono davvero più sollevata) e leggero’ con gioia il tuo racconto. La lunghezza non mi spaventa…e nemmeno la commozione…quando scrivo cose molto intense ai miei amichetti e amichette scende una lacrimuccia qdi puo’ scendere anche a me…
…lo attendo con ansia e buona vita mi sembra un addio, ma noi ci siamo appena incontrati e quindi ti aspetto prestissimo, con il tuo racconto naturalmente…
Stella in attesa di racconto
stellasolitaria ha detto:
Diemmuccia, lo voleva fare leggere a me…Gelosisia….
balibar ha detto:
Mi suggeriscono(impongono) di ricordare che questa è una favola, quindi pensata per i bambini, quindi vietata ai maggiori di……..quanti anni?……maddai!!.. non si può!!….
Come tutte le favole, forse è meglio leggerla di sera. La commozione è un po’ presa a me quando l’ho letta. Ma quando cresco?
Hamed era un ragazzo sveglio e molto laborioso. Tutto il giorno di tutti i giorni lo potevi incontrare nel villaggio, ora a scaricare ceste di frutta, ora a trasportare gli otri nelle case ove ci fosse bisogno d’acqua, in altri momenti a riparare tetti, finestre o pareti consumate dai venti lontani.
In qualche modo avresti detto che era ovunque. I ragazzini lo seguivano perché non era di molte parole ma ispirava simpatia. Lui si tirava dietro tutta quella ciurmaglia con una falsa indifferenza.
A bassa voce, come se parlasse fra sé e sé, spiegava a tutti quello che stava facendo, e quelli imparavano come si fa la malta, come si tagliano gli arbusti, di cosa hanno fame gli animali e di cosa si nutrono le piante, che a dire il vero lì ce n’erano poche, di piante.
Quando ridipingeva il muro esterno di una casa, prima di dare la mano finale disegnava strani paesaggi: arcobaleni, fiumi, foreste ed animali grandi che non avevano gobbe sulla schiena ma strane protuberanze in altre parti del corpo.
Ché lì, nel villaggio, quelle cose mica c’erano, e nessuno si era mai allontanato così tanto da sapere cosa ci fosse oltre il fiume.
Così potevi vedere quelle facce piccole immobili, con bocche aperte e occhi sognanti.
Anche gli anziani rimanevano stupiti, però non dicevano niente. Non pensavano “ma va, ma guarda cosa s’inventa”; in cuor loro sapevano che c’era del vero in quei disegni.
Si potrebbe pensare che Hamed fosse un mago o che Dio gli avesse mandato delle visioni.
Noi ce lo chiediamo, al villaggio si fidavano, e basta.
In effetti Hamed, che come vi ho detto era sveglio, andava a trovare spesso il vecchio maestro del paese e, dalla sua bocca ascoltava racconti, poteva vedere un mondo che nessuno lì aveva mai visto.
Poi aveva, grazie al maestro, imparato a leggere e non esisteva libro in quella casa che non avesse visto e stravisto. Il maestro era così vecchio che nessuno si ricordava qual era stato il suo mestiere e, smesso lui, nessuno aveva preso il suo posto nella scuola, che ormai non esisteva più.
Hamed lo aiutava, come aiutava tutti, quanto poteva e come poteva.
Questa era la sua vita, fino al tramonto. Sì perché, quando il sole cominciava a calare, il ragazzo andava lungo il fiume, sotto la grande palma, ed aspettava la notte.
Piano piano tutti i rumori cessavano, l’aria si faceva pulita, così delicatamente piena di odori che avresti detto dopo due respiri che ti girava la testa.
Su quando fosse il momento di ritirarsi in quel posto Hamed era precisissimo. Lo sapevano tutti, tanto che se qualcuno aveva ancora bisogno di lui e lo cercava e chiedeva, l’interpellato misurava l’altezza del sole sull’orizzonte e poi rispondeva “aspetta che il sole sfiori quella pianta là, e lui sarà sotto la grande palma”. Ma nessuno ci sarebbe mai andato a chiamarlo, per rispetto.
Quella della sera era più di un’abitudine, era una cosa, un sentimento che senza non avrebbe vissuto.
Andava ed aspettava. Ma cosa aspettava? Aspettava la luna ed aspettava le stelle.
La luna, ai suoi occhi era un po’ esagerata. Evvia, così grande,poi ora tonda, ora metà, ora uno spicchio. La regina del Cielo di notte. Lui la lasciava volentieri al sole, la luna.
Ma le stelle? Più piccole sì, ma graziose, ferme ma pulsanti. Beh proprio ferme no, perché si muovevano anche loro, ma con più grazia, più lentamente, tanto che lui le poteva conoscere e seguire. Ci si poteva fidare, insomma.
Ma c’era una stella particolare che lui attendeva, una di cui gli aveva parlato il maestro, una che..che..neanche la luna. Era grande, luminosa, con una immensa coda lucente. “Se tu potessi acchiappargli la coda”, diceva l’anziano,” lei ti porterebbe via, in tutti quei luoghi di cui ti ho raccontato. Ora, noi sappiamo che Hamed era generoso, però quanta sofferenza vedeva tutti i giorni,quanta ne aveva patita e il futuro non sembrava migliore.
“Quando passerà”pensava il ragazzo”io la prenderò ed andrò via. Qualcuno sarà dispiaciuto, ma alla fine saranno contenti per me”.
Così pensava e si lambiccava il cervello per inventare un modo che gli avrebbe permesso di afferrare quella coda, perché la cometa (così si chiama quel tipo di stella) non avrebbe fermato la sua corsa per lui.
Il problema era serio e la soluzione una sola: imparare a saltare così in alto, quel tanto che gli sarebbe bastato ad allungare una mano per acchiapparla.
La sera, Hamed andava sotto la grande palma e saltava, saltava, saltava in continuazione e più in alto che poteva.
Il maestro gli aveva confidato la data di quando, più o meno, si sarebbe verificato quell’evento e, cribbio, non mancava molto.
La luna, noncurante, continuava a passare, ed il giovane non guardava più le sue stelle ma osservava la profondità del cielo in attesa di qualche bagliore, anzi, di quel bagliore.
Non avrebbe saputo più neanche dire se le stelle ci fossero tutte, o se ne mancasse qualcuna.
Le scimmie invece si divertivano moltissimo. Vedere quel buffo ragazzo che saltava, le riempiva d’ilarità. Facevano capriole in aria e poi si ruzzolavano per terra. “Ridete, ridete” gli diceva “fra un po’ vedremo chi rimarrà a bocca aperta”.
Era talmente impegnato che non si era accorto che una ragazzina, suppergiù della sua età, da qualche giorno lo osservava da dietro la grande palma.
Aveva la pelle ambrata, capelli folti e ribelli che la facevano sembrare un po’ selvaggia, che quando si riempivano di sabbia portata dal vento, hai voglia poi a farla andar via. Vestiva con delle tunichette colorate che mostravano due gambe forti ma belle; se Hamed avesse dovuto farci una gara di corsa insieme, non sono sicuro di chi avrebbe vinto.
Finché un giorno, fermatosi per il grosso affanno, la vide.
“E tu chi sei?” le chiese , in modo, a dire il vero, un po’ brusco “da dove vieni, cosa fai, mi spii?”
“ Mi chiamo Maisha” rispose non riuscendo a trattenere un sorriso “Mi hai fatto così tante domande in una volta sola che mi hai confuso”. “Sono nuova del villaggio e no, non ti spiavo, però mi sembri buffo e curioso. Cosa stai facendo?”. “Eh, sapessi” le disse con aria di sufficienza e strascicando le parole,“ è una lunga storia. Mica tanto allegra. Storia di dolori, sofferenze che scontiamo qui” aggiunse, sentendosi molto grande. “Raccontami la tua” lo invitò lei “Perché anche da dove vengo io non si vive d’allegria”.
Fu così così che Hamed incontrò Maisha e si raccontarono e si raccontarono, e prima piangevano, poi ridevano, poi si prendevano in giro. Insomma passò la notte e, al sorgere del sole, si salutarono perché la ragazzina disse che doveva proprio andare ed il nostro anche. Si diedero comunque appuntamento per la sera dopo.
Hamed si rese conto di non aver dormito, e un po’ confuso, in effetti, si sentiva. C’era però in lui un’energia nuova, che non aveva mai provato.
Trascorsero i giorni ed anche le notti ed il ritrovarsi, per quei due, era diventato un momento di grandi confidenze. Certo, dormivano anche, cribbio. E, immancabilmente, all’alba lei se ne andava.
Finì che passò anche un altro giorno ed il nostro si recò, come sempre, sotto la grande palma. Fece al solito i suoi esercizi di salto perché sentiva che il grande momento stava per arrivare e voleva essere pronto.
Quando la notte fu proprio buia, arrivò anche Maisha, e si sedettero vicini.
A Hamed era simpatica quella nuova amica, tanto simpatica che decise di confidarle il suo grande segreto. “Capisci” le disse “ è la mia grande occasione per andar via, per correre verso nuove oasi, e troverò la felicità” “Ti inviterei volentieri, sai” continuò “ ma tu sei una ragazza. Non so se ce la faresti” “e non so neanche se sulla coda c’è posto per due” si affrettò ad aggiungere.
Maisha sorrideva, ma non era un sorriso allegro, come la prima volta che si erano incontrati.
Era calata la notte, ma era calato anche il silenzio. Hamed guardava la volta celeste e si ricordò delle stelle, sue vecchie compagne. Forse erano un po’ imbronciate perché lui le aveva trascurate, ma loro lo avrebbero capito, forse. Le guardava e le continuava a guardare, le contava pure e c’era qualcosa che non lo convinceva: magari si sbagliava, ma ne doveva mancare senz’altro una. Certo, ma dov’era quella lì? Ed additava il cielo, ma alla fine del suo dito c’era solo del blu. Oh no, non lei, che era la sua preferita.
Cominciò a piovere, uno di quei violenti scrosci d’acqua che durano poco, e che in quel paese accadevano poco prima dell’alba. Ancora un attimo e avrebbe smesso di piovere ed il buio si sarebbe fatto meno intenso.
“Hamed. Guarda Hamed” senti Maisha che lo chiamava. Volse lo sguardo verso ovest e vide un bagliore lontano che si avvicinava piuttosto velocemente. Si alzò in piedi e tornò a guardare il cielo, là dove mancava la sua stella ( perché senz’altro quella era sua). Poi si voltò e guardò Maisha, ma non la vide, vide i suoi occhi, o meglio, vide la luce brillante dei suoi occhi. Tornò a lanciare uno sguardo là dove un buco si era riempito di blu e di nuovo osservò gli occhi di lei.
In quel momento una maestosa stella cometa passò, così vicina che non sarebbe stato necessario saltare per toccarla. Smesso di piovere, lungo l’orizzonte una striscia luminosa si faceva strada contro il buio della notte. Hamed disse “Non andare” e le porse la mano. Maisha vi mise dentro la sua e Hamed vide l’arcobaleno, e le montagne e gli animali buffi e non voleva smettere più.
balibar
stellasolitaria ha detto:
Che storia bellissima!!! Davvero, mi scendono le lacrimucce, grazie di avercela fatta leggere. Bellissima, domani la metto nei post x’ è semplicemente fantastica…
…ma dici allora che il Sole si accorgerà che io sono qui??? Quasi quasi gliela faccio leggere!!! e no, non posso, per una promessa fatta a Diemme…
grazie e a presto….
balibar ha detto:
Quando tu leggi la fiaba puoi pensare ” Hamed sono io”, poi dopo dici ” eccomi Luna “. Ma non ti fermi e pensi ” Arriverò cometa” ed ancora ti domandi ” Ma Maisha mi assomiglia?”. Poi guardi il cielo e viene anche a te di contarle quelle stelle.
Chi nella storia ha fatto effettivamente il primo passo?
Insomma, quando siamo innamorati siamo un po’ di tutto questo ma, soprattutto, confusi.
Se posso dirti, frena un tantino la tua fretta, datti un po’ di pace (te lo dice uno che..mannaggia).
Fermati all’adesso.
E se lo prendessi solo per mano? (concretamente
intendo ). Fargli capire dove sei tu, senza forzarlo.
Altrimenti la prossima volta ti dirò “saltagli addosso” (…noi uomini che da Marte diamo sempre consigli..)
Bisous
balibar ha detto:
Ho fatto un giro sul blog di Diemme ed ho letto il commento di Arthur che solo apparentemente, secondo me, sembra in contraddizione con quello che ti ho detto: lui parla di velocizzare, io di rallentare. In realtà anche lui parla di un tempo di “attesa”, un tempo occorso per sentire.
Dico, appunto, rispetta i tempi, i tuoi ed i suoi. Se poi i tuoi sono maturi vai! , pronta magari a rallentare se trovi ostacoli.
Ma parlo in generale dal momento che di questa storia non conosco niente. Fanne uso se ti serve, altrimenti “cestino”.
Ti dicevo del “prendergli la mano”(che potrebbe essere un abbraccio forte) perché personalmente ho bisogno del contatto fisico per sentire/capire.
Senza arrivare necessariamente da subito ai baci.
Per diletto pratico massaggi e mi piace dire che il massaggio è (se fatto con onestà) il modo meno ipocrita di comunicare.
stellasolitaria ha detto:
Caro Balibar,
innanzitutto grazie per i tuoi bei e preziosi commenti.
Tu nulla sai della storia perchè nulla è. Sai, quando incontri qcn che per qualche strano motivo di piace, ma tu nulla sai di lui e lui nulla di te. Ci si incontra per lo strano gioco della vita.
Come dicevo a Diemmme non c’è nessuna storia. C’è solo una persona che mi interessa, tutto qui. Lui non sa nemmeno che a me interessa.
Mesi fa mi sarei buttata. Poi, le bastonate ti fanno rallentare, e fanno rallentare anche una carica energetica come la sottoscritta. Non dico che non mi butterò più, questo non lo so, e che nemmeno vedo la mia vita da sola. Vorrei trovare la tessera mancante del puzzle. Certo che la paura di soffrire ancora c’è, la paura di una nuova bastonata, ma la vita è fatta per vivere, non per fare da spettatori.
Io forse sono sempre andata di corsa, nel senso che io sono un uragano. Adesso (sarà l’età) mi assaporo i momenti, gli attimi, i sorrisi del cuore, le carezze dell’anima.
La fiaba l’ho letta, tutta ad un fiato, senza pormi domande durante la lettura. Non era giusto che io mi ponessi domande, e alla fine mi sono chiesta: e il mio sole dov’è????
Anch’io sono una persona molto fisica, e quindi mi carico con un abbraccio forte, una dolce carezza, una forte stretta di mano, ma anche un TI VOGLIO BENE guardandomi negli occhi del mio cuore. Ho bisogno di vivere la persona, e sono stufa di fantasmi intrappolati nel passato, negli impegni, nella routine di tutti i giorni. Le storie vanno vissute e sopratutto bisogna darsi e dare una possibilità.
Un abbraccio Stella e a presto mio nuovo amico.
balibar ha detto:
A me non va troppo di pensare alla vita solo come ad un luogo di lotta o di conquista. Penso che già è molto se ci si rende disponibili alla vita, non nascondendosi a sé e agli altri.
Il che non vuol dire buttarsi in introspezioni esagerate o mostrare a tutti le proprie nudità (metaforico 🙂 ) ché poi è la via più facile per crearsi delle maschere.
Semplicemente dire ” Ehi, io ci sono, qui, adesso, ed ho voglia di giocare”. Ed il gioco vorrà dire anche lotte e conquiste, dolori e felicità.
Il passato rimane a lasciar traccia di sé nel passato, il futuro arriverà e magicamente i pezzi del puzzle si comporranno da soli.
Quindi, se non lo conosci così bene, vai e “conoscitelo”. Potresti anche dirgli “ti trovo buffo e curioso” e vedere cosa succede.
Non cadere nel circolo vizioso delle aspettative, vallo a scoprire con la voglia di farti sorprendere.
Se tutto questo avrà tempi brevi, benissimo.
E se poi non capisce, saltagli addosso! 🙂
Da balibar, spettatore incallito della vita (ma non troppo, eh)
Diemme ha detto:
@Bali: anch’io l’ho letta tutta d’un fiato: assolutamente magica.
E poi, c’era scritto che andava letta di sera… 😉
*** E non potevi mandarla che a Stella… ***
balibar ha detto:
Difficile orientarsi con voi. Commenti da una parte e ti aspetta una risposta dall’altra.
@ Diemme grazie (DM? Donatella Maribeaux?)
@Stellasolitaria Molta Buona notte
Diemme ha detto:
@Bali: ti avevo avvisato di questi voli pindarici tra un blog e l’altro!
E tu che ti preoccupavi per un voletto da un post all’altro! 😉
DM = Donna e Madre, il nome del blog.
stellasolitaria ha detto:
Caro Bali,
a te MOLTO BUON GIORNO!!!
Eh si i voli pindarici sono all’insegna dei nostri blog…e non solo tra il mio e quello di Dimme, ma anche con quello di Arthur e recentemente si è aggiunto anche Fra e Eppifamily, si inizia da una parte e si ricommenta dall’altra (se mi sono dimenticata qcn MOLTE SCUSe) e magari altri che io non conosco ancora!!!
IO non sono una che corre x’ amo accelerare i tempi, sono una che corre x’ i propri minuti sono sclerati e per il piacere di farlo.
La mia vita mi piace, tanto, ovvio non sono un essere perfetto e c’è ampio spazio di miglioramento. Se un giorno troverò l’anima gemella il puzzle si completerà, se no voglio rimanere da sola. Questo perchè sono stanca di imbarcarmi in storie impossibili, sono stanca di combattere contro fantasmi. Di passi ne faccio e tanti ma i miracoli non mi competono ancora (forse un giorno)(battuta)…
E’ vero quello delle aspettative è un circolo vizioso e ti rovina i momenti. Anni fa non riuscivo a godermeli perchè mi chiedevo. e dopo? ora non sono più così….cerco di godermi la magia dei momenti ma se non vedo un dopo non riesco a vedere nemmeno la magia del momento (praticamente me la sono fatta su misura per me)
La fiaba è stupendissima, come già di ho detto.
Benvenuto nel cielo di Stella!!!
arthur ha detto:
E a proposito di voli pindarici… BUON PRANZO!
Ripasso più tardi per leggere la fiaba e i relativi commenti. 😉
Ciao Disastrino!
stellasolitaria ha detto:
Amico mio,
evviva i voli pindarici…buon pranzo a te…ricorda che sei in debito di una promessa di cena…Disastrino non si dimentica nulla…
Ti aspetto….
Stellina