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Era il 25 dicembre di quest’anno. Era, perchè è passato e non c’è più. Ero appena tornata dalla messa di mezzanotte, e dopo aver augurato buon natale ai miei genitori sono andata a dormire a casa mia. Era il 25 dicembre di quest’anno. Qualcosa c’era nell’aria per renderlo un Natale diverso. Dall’una e mezza alle 5 di questa mattina sotto il piumino, sul mio divano bianco, qualcosa di profondo è successo in questa notte di natale, passata ma che rimarrà sempre dentro di me. La storia di Daniele, uno come noi, uno diverso da noi, mi ha fatto piangere, mi ha fatto emozionare. Mi ha fatto ringraziare Dio per ciò che ho avuto per ogni istante della mia vita, per tutte quelle cose che io come tanti diamo per scontato, un tetto mio sopra la testa, vestiti belli e puliti tutti i giorni, persone amate vicine, un piatto caldo. L’ho sentito vicino, come se fosse stato li, sul mio divano bianco davanti all’albero di Natale con le palline viola. Ho capito quello che non avevo capito in 37 anni della mia vita. Hai tutto su un piatto d’argento e non gusti niente e poi, all’improvviso perdi tutto, e allora apprezzi anche l’aria che respiri perchè potresti non averla più. Questo io ho capito in questo 25 dicembre . Era, perchè è passato e non c’è più, ma quello che ho capito rimarrà con me per sempre.