Nausica è tornata. Ma Nausica, non è mai andata via. Nausica è stata messa da parte, anche se Nausica non se lo meritava.
La paura mi ha paralizzato il sangue. Pesnavo di morire, li, sotto il sole cocente. La febbre che mi ha colto all’improvviso. Il sudore che mi colava sulla fronte. Il corpo che mi tremava tutto. Io, per terra che non riuscivo nemmeno a parlare, e la poca gente che passava in macchina non si preoccupava di me che stavo male. La campagna, l’estate, il sole di mezzogiorno, e io, per terra e il telefono che non prendeva. Mi sono trascinata fino a dove sono riuscita a mandare un messaggio a mio papà per farmi venire a prendere. E lui, è arrivato.
Nausica è la mia bicicletta.
Non ricordo se fosse l’estate di due o tre anni fa. Un brivido di freddo mi attraversa. Rivivo quegli attimi.
In questi anni sono andata raccontando che ho iniziato a fare escursionismo, e recentemente anche le marce, e che non avevo più tempo per la mtb, ma non era così. All’idea di riprenderla in mano tremavo. Io, che nei due anni che ci andavo, ero sempre da sola alla scoperta di nuovi sentieri. Io che in sella alla mia bicicletta ero leggera e felice.
Avevo già fatto quasi quattro ore di sterrato, quando sono arrivata davanti alla casa dei genitori di una mia vecchia amica. La signora gentilmente mi ha fatto entrare, e io, che avevo finito l’acqua delle mie due borracce sono entrata. Abbiamo chiacchierato, bevuto e anche mangiato. L’acqua del pozzo era forse troppo fredda; la signora mi ha offerto della focaccia al formaggio appena sfornata, i muscoli si sono raffreddati e mi sono dimenticata anche i guantini. Sotto il sole dell’una di inizio agosto io sono crollata.
Ricordo il mio stato di malessere improvviso, la paura, il panico e la tristezza perchè nessuno si fermava. Era un paesino abbastanza fuori mano, non lontano dalla mia casa in campagna. Ancora oggi mi chiedo cosa passi nella testa delle persone. La mia bici per terra. Io rannicchiata, vestita tecnicamente da bici. Si vedeva che ero solo una ciclista che stava male, e non una tossica. E poi, anche se tossica fossi stata, bastava chiamare il 118. Non era difficile.
E’ da tutta settimana che programmavo di riprenderla e ho colto l’occasione che il mio best friend fosse 10 giorni in montagna. Sabato brutto tempo e una parte di me era felice. Ieri dopo essere stata a messa ci ho ripensato. Dicevo a mia mamma che ero preoccupata per il tendine del piede, ancora infiammato, ma la mia paura era un’altra.
Stamattina, quando rispondevo a un commento di Liviana, avevo in mente un altro post, ma poi, le parole mi sono uscite da sole, di getto. Non era quello che avevo intenzione di scrivere. Avevo bisogno di tirare fuori la mia paura, ieri riprendendo Nausica, oggi scrivendo.
Fra Puccino ha detto:
E quindi, sei tornata in sella? Brava, hai fatto bene 🙂
Andare in giro con la bicicletta, magari con l’ipod a tutto volume, è una delle cose più belle della vita, e anche se io preferisco la mia citybike classica a zero marce, posso capire anche chi come te lo vive in modo più sportivo.
Non dico niente della gente che non si è fermata ad aiutarti, quella volta. Non meritano nemmeno un secondo della mia attenzione
pensierieperline ha detto:
Sono felicissima che hai vinto questa “paura”…
questa indifferenza della gente mi lascia piena di rabbia e ne avrei tante di cose da dire ma come dice Fra non meritano attenzione… dico solo che non si può dar tutto per scontato… “forse sta male?.. mmm… ma si ci penserà quello dopo di me!” grrrrrrrrr sono troppo furiosa in questo momento…
Stella festeggiamo la tua vittoria!!! *_*
un bacione e un abbraccio
Lely
Liviana ha detto:
Pedala, vai, corri.
Bello il nome della tua bici. Nausica è la ragazza innamorata di Ulisse, che allieta il soggiorno dell’eroe nella sua isoletta e poi lo vede andare via, lontano, verso nuove avventure.
Sono proprio queste quelle che ti auguro.
Baci, L.
stellasolitaria ha detto:
Fra,
anche io sono contenta, anche se non era un problema di tempo, il tempo si trova e si gestisce tra le altre mille passioni sportive. Era un problema di paura. Cmq ero felice in sella alla mia bici. Senza Ipod. Solo con i pensieri che corrono liberi tra il vento. E poi spesso quando tornavo dalla bici scrivevo tutti i pensieri che mi avevano tenuto compagnia nel giro.
Beh dai la city bike anche io la uso per girare in città. Ma questa è un’altra cosa. Ieri poi, ho smesso di essere ciclista ribelle, ma questo è il mio prox post, quello che avevo in mente ieri quando rispondevo a Liviana.
Forse hai ragione tu, questa gente non si merita di essere presa in considerazione, ma questa gente ha fatto si che io per due anni non salissi in sella alla mia bici. Io che le volevo un sacco bene. Mi sono buttata nelle escursioni, nelle marce e ho lasciato lei, per colpa di gente che mi ha fatto venire una paura terribile. Stai male e nessuno ti aiuta.
Un abbraccio sincero.
stellasolitaria ha detto:
Quando anni fa l’ho comprata volevo darle un nome ricco di significato, e io che adoro i nomi ho pensato a un nome mitologico. Lei, figlia di un re, che gioca sulle rive del fiume a palla, su consiglio di Atena e accoglie questo naufrago nudo. Fuggono dinanzi a lui le sue ancelle, mentre lei rimane ad accoglierlo e poi lo indirizza al padre. E questo uomo misterioso va via da lei per tornare al suo paese.
Nausica è un momento di evasione, un’evasione libera e positica. E’ passione, è amore, è determinazione, è tenacia, è gioco, è colore, è il nostro io bambino. Ecco perchè lei si chiama Nausica.
stellasolitaria ha detto:
Ma non so nemmeno come si chiama la mia sorellina…
Si, avete ragione voi due, non merita la nostra considerazione, ma ti posso assicurare che io che smetto di fare qcs per paura è davvero raro. Penso che sia stato l’unico esempio in tutta la mia vita.
Cmq questa è una nuova fase, e stasera dopo il lavoro torno in campagna e faccio un bel giro verso sera. Fascino nuovo.
Un bacione carissima…
Fra Puccino ha detto:
Stella, adesso allora, che hai ritrovato l’amica a due ruote, provala con l’Ipod.
Fai l’esperimento, poi mi dici, e guarda che tra l’altro la musica migliora le prestazioni sportive… E’ scientificamente dimostrato 😉
stellasolitaria ha detto:
Un giorno proverò Fra, sono flessibile io;)
è solo una cosa su cui non transigo e se mi conosco bene morirò con questa convinzione
un bacio Monica
arthur ha detto:
Ricordo che alcuni anni fa ero a Milano, nel centralissimo corso Vittorio Emanuele e mentre camminavo guardando le vetrine, vedo nel marciapiede di fronte per terra un uomo che sembrava stesse male. Mi sono fermato e al momento non riuscivo a capire come mai la gente gli passasse vicino e, malgrado lo guardasse, non si fermava. Ho attraversato la strada e mi sono avvicinato.
Quell’uomo aveva gli occhi chiusi e si lamentava appena, appena, mi sono chinato e gli ho chiesto cosa si sentisse… la gente che passava, appena mi ha visto chino su di lui, si è fermata e incuriosita ha incominciato a chiedere cosa fosse successo.
Dopo ho chiamato la croce rossa, sono venuti e l’hanno portato via. La cosa triste è che se non mi fossi avvicinato a lui, nessuno l’avrebbe fatto, o almeno, chissà per quanto tempo l’avrebbero lasciato lì per terra senza soccorrerlo.
Quindi, non mi meraviglio di ciò che dici. La gente è egoista e per paura di essere coinvolta, gira la testa dall’altra parte.
Questo è il mondo di oggi.
Comunque, mi fa piacere che tu abbia superato la paura, che poi, forse, la paura più brutta da superare e da accettare, è quella dell’indifferenza delle persone.
stellasolitaria ha detto:
Le tue parole le conservo nel cuore, come un dono prezioso. Ti voglio bene, amico mio, e le tue parole sono sempre terapeutiche, a volte danno lo scossone (di cui x altro avevo bisogno), a volte sono come un forte abbraccio (che è sempre ben accetto).
L’importante è che noi non ci lasciamo contagiare dall’indifferenza e dall’egoismo altrui.
La paura l’ho superata, e ieri sono rientrata che erano quasi le dieci e c’era buio. Direi che sono tornata la Stella di sempre.
Un abbraccio Stella