Pensieri che scorrono liberi come acqua che sgorga da un monte. Pensieri freschi, leggeri e colorati. Nel mio cielo e in ogni dove. Ho promesso a Balibar di racchiudere in questo mio cielo tutti i miei pensieri. E’ come scalare una montagna innevata a mani nude. Difficile racchiudere qui pensieri liberi, pensieri ribelli, che lascio in ogni dove come segno del mio passaggio.
Sognando tra le pagine del mio maestro http://gourishankar.splinder.com/post/21382891/L%27altra+parte+di+te ho lasciato che il mio io nascosto prendesse il sopravvento.
L’altra parte di me, l’altra parte di noi,
è quella nascostra
tra paure, insicurezze, rabbia, risentimento.
E’ quella parte
che la luce che ora brilla forte sulla mia strada
sta facendo emergere.
“Non ti riconoscerai” mi disse un giorno un amico.
“Non ti riconoscerà nemmeno tua madre” mi disse sempre lui.
Io ascoltavo le sue parole e mi chiedevo come potesse una luce cambiarmi.
“Non si cambia” dicono tanti.
La luce che è dentro di noi,
la luce che un tramite riesce a tirar fuori,
illumina d’immenso la nostra anima.
Noi siamo ora,
ma a breve saremo diversi
e domani saremo ancora diversi.
L’altra parte di me, l’altra parte di noi,
è quella che si incastrerà con quello che io, con quello che noi siamo adesso.
balibar ha detto:
Vediamo se riesco ad essere il primo a commentare. 🙂
Sai, mi sembra che i tuoi scritti, da un po’ di tempo a questa parte, siano stati, come dire, ripuliti.
Scorrono via con una semplicità molto bella: profonda e semplice.
Forse c’è più sereno nel tuo cielo.
Si cambia, certo che cambiamo. Siamo sempre in divenire. Se fermiamo l’attimo è come fissare un punto in un continuum che non si arresta. To take a picture.
Sono più o meno contro chi dice “così o cosà si nasce, non si diventa”.
Possiamo imparare, diventare, sempre che ci interessi, quello che vogliamo. Forse non grandi come i maestri, ma avvicinarci dignitosamente.
Poi c’è il discorso sui “talenti” personali, ma questa è un’altra storia.
baci
stellasolitaria ha detto:
Balibarino, il primo a commentare!!! uau, grande!!!
Felice che proprio tu abbia notato questo cambiamento. Felice doppiamente, per il mutamento di luce e che tu l’abbia notato. I nuovi scritti nascono più luminosi e limpidi. I vecchi scritti sono stati snelliti, o perchè erano a volte pesanti o perchè avevano bisogno di un restyling.
Sono meno in lotta con il mio io interiore e quindi anche ciò che scrivo esprime questo mio stato d’animo. Il percorso di luce che sto facendo si manifesta anche nel mio scrivere, e sorriso di gioia che tu l’abbia notato e fatto notare.
(Qui apro una piccola parentesi: nulla è banale. Quindi, caro Balibarino, dimmi pure tutto quello che ti frulla nella testolina, e io ne prenderò atto, ci rifletterò e poi ti saprò dire. Non avere paura di dire cose banali perchè nulla lo è, e tutto quello che mi viene detto lo apprezzo, nel bene e nel male. Anche le docce fredde fanno bene, alla circolazione!!!)
Felice che qualcuno creda nella possibilità dell’essere umano di cambiare. Credere in questa sua impossibilità è credere nella staticità della vita, del nostro vivere e credere che l’uomo in quanto tale è un essere limitato.
Il mio maestro un giorno mi ha detto:”Il vero maestro è dentro di noi. IO sono solo un tramite”. Le parole del mio maestro sempre nel mio cuore.
Ti abbraccio Balibarino….
Diemme ha detto:
DNA o ambiente? Questo è il dilemma!
Un po’ è un po’, è la risposta della scienza ufficiale dopo decenni di studi clinici ed esperimenti… 😆
stellasolitaria ha detto:
Diemme,
ricordo che ne avevamo parlato mesi fa nella tua reggia. Secondo me “le predisposizioni” come le chiama Balibar nascono con noi, ma spesso noi siamo frutto del nostro ambiente, nel bene o nel male.
Parlando di me, sicuramente sono nata con delle predisposizioni, ma mi sono sempre chiesta se non avessi avuto il mio papà e la mia mamma (quelli effettivi che ho) oggi sarei così (nel bene e nel bene) e la risposta è no: SE SONO QUELLA CHE SONO AL 99.9% PERIODICO LO DEVO A LORO ESSERI UNICI E SPECIALI)
Un abbraccio
balibar ha detto:
Io preferisco, anziché parlare di DNA, pensare “avere una predisposizione a…” 🙂
stellasolitaria ha detto:
Balibarino,
ho preso in prestito “predisposizione”. grazie e a buon rendere.
Baciotto
alanford50 ha detto:
Che bello l’utopico senso del desiderio del cambiamento, ho sempre paura a dire quello che sento e che penso, specialmente di fronte a chi esprime parole così belle e pregne di contenuto, il mio essere realista mi pone quasi sempre dall’altro lato del sacro fiume, la dove si vedono le differenze, e seduto sulla riva ad osservare il lento scorrere della vita mi ritrovo in condizione di osservare lo sguardo dei cadaveri dell’umanità che impotenti scorrono tra i flutti inesorabili del fiume, quello sguardo pregno di verità tardivamente svelate e comprese, cambiamenti mancati, sicuramente desiderati, vissuti nell’oblio dell’illusione, ma la MIA verità (quella valida unicamente per me) mi dice che si tratta appunto di una pia illusione, in realtà non si cambia mai, quindi probabilmente ha ragione chi pensa come recita la poesia “Non si cambia, dicono tanti” la nostra incapacità di vivere il proprio tempo ci mette sempre in condizione di non essere capaci di vivere il nostro presente, finendo per rovinare inesorabilmente il nostro passato ed il nostro futuro, che in entrambe i casi ci ha trovato sempre uguali, noi crediamo di cambiare solo perché le cose intorno a noi cambiano, ma in realtà restiamo sempre uguali, non c’è differenza nell’essere umano dal suo comparire su questo pianeta a quando gli eventi porranno fine a questo immenso sogno dal quale non ci siamo mai svegliati, noi siamo inesorabilmente sempre uguali, incapaci di veri cambiamenti, siamo stati capaci di cambiare tutto intorno a noi ma non una misera briciola dentro di noi, l’evoluzione non è mai avvenuta perché quello che in fondo eravamo ancora oggi siamo e nessun cambiamento ci dona speranza per un ipotetico domani, cambiano le cose intorno a noi ma non dentro di noi, forse questa è la palesazione del limite della nostra razza, forse l’oblio del sogno ci è in fondo dovuto quale unico mezzo per potergli sopravvivere .
Perdonate il mio realismo che sono sicuro che è valido unicamente per me, ma questo mi regala la parte di serenità che in fondo ritengo mi sia dovuta, in fondo il cielo quando è blu lo è per tutti..
Ciaooo neh!
stellasolitaria ha detto:
Alan,
innanzitutto grazie per tutto il tempo che mi dedichi. Ti chiedo una cosa: dato che i tuoi commenti sollevano deserti e smuovono montagne e quindi aprono riflessioni nelle rifelssioni ti chiedo di tornare a leggere il mio commento di risposta e ribattere. Altrimenti mi sembra di parlare con me stessa, data la complessità dei tuoi interventi. Vorrei avere un risconto della mia risposta, un confronto.
Il cambiamento non è utopico. E’ rendersi conto che non siamo essere perfetti e che c’è sempre spazio per ampio miglioramento.
Il tuo parere è il tuo parere e se sono qui è perchè mi fa piacere sentirlo e quindi dialogare con te. Per questo ti chiedo di ritornare sulla mia risposta. In molte mie risposte a te ci sono domande a cui mi piacerebbe che tu rispondessi.
Non sempre le domande sono con il punto interrogativo ma si leggono fra le righe.
Tu sei attore come me (nel senso di chi agisce). Chi lo dice che devi stare dall’altra parte del fiume a guardare i cadaveri che porta giu? Tante sono le cose che puoi fare: cambiare il corso del fiume, urlare al mondo che ci sei, fare in modo che in questo mondo ci siano meno cadaveri. Il mondo ascolta. Il mondo siamo noi.
Il cambiamento esiste, e chi te lo dice ha fatto una tesi in cambiamento organizzativo, ma ricordo anche nella tesi parlando di cambiamento, innovazione e organizzazione che apprende, il vero cambiamento doveva avvenire negli esseri umani, altrimenti non ci sarebbe stato nessun cambiamento nell’ambiente. Come fai a dire che noi rimaniamo gli stessi? Noi Alan siamo frutto del nostro passato, nel bene e nel male. Credo nel cambiamento. Credo nella nostra possibilità di cambiare e migliorarci.
Alan, scusami se continuo ma c’è una differenza tra realismo e pessimismo, e questo è pessimismo. Il cielo a volte è blu, a volte è grigio, a volte è nero, ma non c’è lo stesso cielo in tutto il mondo e quindi neanche in tutte le anime.
Ti aspetto Alan ancora su questo tema.
Ti abbraccio, e non partire dal presupposto che la tua realtà vale solo per te. Credo nel confronto e per questo ti chiedo di tornare.
alanford50 ha detto:
In primis non mi devi assolutamente ringraziare, anzi sono io che ringrazio te per lo spazio e la pazienza che mi concedi, leggo i tuoi scritti con molto piacere, e quando un discorso mi interessa mi piace prendervi parte, anche se ho una certa riluttanza per via che il mio pensiero viene etichettato come pessimista, cosa che io rifiuto e aborro, e opto come precedentemente scritto per il termine realista che mi si confà decisamente di più e credo che mi rappresenti meglio.
Detto questo, entro nell’interessantissima questione; Secondo me il cambiamento dell’essere umano uomo è assolutamente utopico, e il rendersi conto che non siamo esseri perfetti e che c’è sempre spazio per ampio miglioramento non smuove di una virgola la mia opinione, ora cercherò di spiegarne l’arcano, la dove io affermo che l’uomo è rimasto nei millenni assolutamente sempre lo stesso è per me verità assoluta, ben tangibile da chiunque voglia leggere tra le righe, ossia che l’uomo abbia cambiato molto,anzi affermo addirittura stravolto tutto quello che lo circonda è un dato di fatto direi assolutamente incontrovertibile, il suo progredire il suo volere cercare di dominare ed essere padrone di tutto quello che lo circonda ha fatto in modo di utilizzare una parte della propria intelligenza per migliorare il proprio vivere, non solo ha utilizzato questa capacità per obbedire ad una regola primaria di esistenza, ossia il dover sopravvivere a tutto e a tutti in base alle proprie capacità ed esigenze, ma questo meccanismo non è da confondere con il vero cambiamento dell’uomo, le esigenze, gli istinti ed i modi per raggiungere tali forme di benessere vengono sempre espressei nel medesimo unico modo possibile da millenni.
Quindi appurato che non bisogna confondere il progresso di tutto quello che gli sta intorno, del suo vivere il quotidiano, resta da comprendere come mai nell’intimo le sue reazioni e le sue capacità sono rimaste immutate, come se si trattasse di un limite della razza, quindi è vero che dal punto di vista di intelligenza scientifica e le relative applicazioni hanno subito un’accelerazione mostruosa, specialmente negli ultimi due o tre secoli, ma proprio perché il bisogno primario è la sopravvivenza l’uomo non ha mai avuto il bisogno ne la capacità di cambiare la parte interiore, quindi siamo esattamente spinti nel nostro sopravvivere dagli stessi sentimenti, istinti e relativi ragionamenti che avevano gli uomini della pietra, ovviamente il tutto va rapportato all’elemento esterno che lo circondava e condizionava.
Tu stessa mi dici di avere fatto una tesi sul cambiamento organizzativo, ed aggiungi una farse molto significativa “ il vero cambiamento doveva avvenire negli esseri umani” e questa è una verità assoluta, ma la confusione è nata da un errore di interpretazione (a mio modestissimo ed ignorantissimo parere) “altrimenti non ci sarebbe stato nessun cambiamento nell’ambiente” questo lo ritengo fondamentalmente assolutamente errato e fuorviante, per millenni abbiamo creduto in questa teoria e ci siamo illusi che cambiare l’ambiente sarebbe stato sinonimo di un equivalente cambiamento dell’uomo, questa è una bugia storica che per mille motivi abbiamo comodamente fatto finta tutti di crederci, fino a convincerci del tutto.
Facciamo un piccolo esempio, ovviamente cercherò di semplificarlo il più possibile, sperando di riuscire a conservarne intatto il concetto, pensa all’uomo della pietra, alle sue reazioni di fronte ad un ipotetico pericolo o problema, sgomento, rabbia, paura, ira, alterazione violente, ora torna ai giorni nostri e poni un qualsiasi uomo di fronte alle medesime problematiche e ne scoprirai le medesime reazioni, ovviamente rapportate alle capacità tecnologiche del momento in cui si svolge l’azione, tutto questo per dire ed affermare che in fondo l’uomo ha nel suo DNA una serie di possibili capacità e reazioni di fronte a certe sue problematiche, e quindi solo quelle può usare, e per me facendo parte di una caratteristica di razza questa potrà si adattarsi al mondo che lo circonda ma mai e poi mai cambiare, ulteriore prova è il fatto che nel corso dei millenni l’uomo in fondo ha continuato a fare sempre le medesime cose, guerre, amori, sentimenti, tutti mossi dai medesimi istinti, ovviamente l’unica differenza sta nell’uso della tecnologia che nel frattempo è stato capace di darsi.
La prova ulteriore l’abbiamo ogni giorno nei nostri TG, sempre le stesse guerre, sempre le stesse morti, sempre per gli stessi motivi, reazioni sempre uguali a istinti millenari, l’uomo da millenni è sempre pronto a dare il peggio di se, perché non ha null’altro da dare e non può cambiare, quanti morti sono necessari per cambiare il punto di vista umano sulla guerra, quanta gente deve morire di fame prima di comprendere che tenendo un giusto tenore di vita si può vivacchiare tutti, quanti altri millenni? Per problemi così semplici e noiosamente ripetitivi, quanti altri millenni dobbiamo predicare di non fare figli unicamente perché avere un rapporto sessuale con una donna è una cosa bella ed appagante, ma usando due teste anziché una sola quella più piccola e senza cervello si evita di riempire questo piccolo mondo di miliardi di esseri affamati ed agguerriti pronti a qualsiasi cosa per la propria sopravvivenza, quanti millenni devono ancora passare?
La mia risposta è finché esisterà un alito di vita su questo pianeta, ora il mio concetto è realistico o pessimistico? Avrei potuto riempire il web di esempi di questo tipo e tutti porterebbero al medesimo risultato.
Perdona la mia crudezza, so che è dolorosa, ma in fondo quasi tutto quello che vive su questo pianeta deve farsi carico di una parte di dolore, ma per fortuna per i più bravi anche di una parte di gioia.
Pedona gli errori di ogni tipo, ora ti lascio con il mio classico ciaooo neh!
kate ha detto:
Ti leggo e mi rassereno lo trovo bellissimo….un bacio Kate
stellasolitaria ha detto:
Kate, sei sempre molto carina, grazie di cuore. Bello averti nel mio cielo!!!
Questo è un cielo, e quindi un mondo magico e fatato, ma nella vita reale io sono così, una sognatrice che vive tra la terra e la sua nuvola; celeste ma anche terrena. Io sono così!!! Nel bene e nel male, così…
Ti rispondo qui ad un commento che hai scritto da Alfonso che mi ha fatto riflettere:
Caspiterina sta uscendo la vena artistica della grande Stellina!
Wow bravissima….
baciotto kate
E lo commento qui perchè si riferisce a quanto detto sopra. Io sono così. Non parlerei di vena artistica, ma del modo in cui si manifesta la mia anima, tra rocconti e poesia, frammenti di vita e sogni a colori. Il mio blog è nato con frammenti di vita e poesie e così è evoluto nel tempo. Nulla di nuovo. Quando commento lascio parte di me, può essere un racconto, di vita o di fantasia, una poesia. Io sono così. Non sono un’artista. Sono un’anima errante alla ricerca di se stessa, questa sono io. Nulla di nuovo. Felice che apprezzi il modo in cui la mia anima si manifesta.
A presto amica mia…
eppifemili ha detto:
bello bello !
brava stellina.
stellasolitaria ha detto:
Grazie Eppi,
felice che ti piaccia. E volevo solo precisare, anche se so che lo sai, che seguirti sul nuovo blog mi crea enormi problemi. Si pianta sempre a metà schermo e i commenti sono più quelli che perdo che quelli che ricevo. Lo stesso problema ce l’ho con il blog dell’amico Brandy e di Riccardo. E questo mi dispiace tanto.
un bacione
kate ha detto:
Lo so che sei così, si capisce dalla semplicità e umiltà del tuo cuore…sei veramente un’anima limpida…grazie di essere capitata nel mio cammino…grazie per avermi cercata.
🙂 kate
stellasolitaria ha detto:
Le anime belle riconoscono altre anime belle. La frase originale era: Le anime graffiate riconoscono altre anime graffiate (by Nunzy Conti che abbraccio). Nel mio cielo l’ho stellizzata. Sono me stessa. Felice di averti scoperta…
A presto e un bacio.
kate ha detto:
Ho copiato il tema “wordpress” del tuo blog…non ti arrabbi vero?
Mi è venuto il desiderio di un pò di serenità, quella dell’azzurro, e dopo quasi 2 ore di cambi tra i vari temi mi son fermata a questo è mi son resa conto che era anche il tuo!
Baci baci kate
🙂
stellasolitaria ha detto:
Kate carissima,
come mi disse Diemme tempo fa, di templates funzionali non è che ce ne sono tanti!!! E io aggiungo, scegliamo quello che si conciglia meglio con la nostra anima. Un abbraccio di cuore….
Liviana ha detto:
Si cambia, si cambia. E l’ho capito a mie spese, solo vivendo nella tenebra si può finalmente apprezzare anche un solo flebile raggio di sole.
Si cambia, per ricominciare:
stellasolitaria ha detto:
Liviana, qui non mi trovi d’accordo, ma ti spiego il perchè.
Come avrai letto dalle mie pagine la mia vita è sempre stata a colori con musiche forti. Il sole ha sempre brillato nella mia vita. Credente e praticante ho sempre ringraziato Dio per quello che mi ha donato. Ho avuto un periodo sentimentale costellato dai fantasmi della mia vita, ma la mia vita anche in quel periodo era splendida (aveva una nuvoletta davanti, ma il sole c’era sempre)
Io sono solare, estroversa, positiva. Lotto con tute le mie forze. Ho sempre visto però la mia vita bella e sono sempre stata contenta di quello che avevo, anche se ammetto c’è sempre spazio per migliorarsi.
Mi ricollego anche a quello che a scritto Kate, e quindi non mi trovi d’accordo nemmeno tu, kate.
Ognuno ha un percorso diverso, ma forse perchè sono stata molto fortunata ho sempre avuto un cielo pieno di sole. Io ho sempre creduto nella felicità delle piccole cose, sin da bambina, e oggi che sono grande ci credo ancora.
Noi Kate siamo vita, e noi generiamo vita. Tutto è vita, noi e chi e ciò sta intorno a noi.
Grazie anime belle per essere qui nel mio cielo.
Vi abbraccio forte, amiche…
kate ha detto:
Hai ragione Liviana solo soffrendo si apprezzano le piccole, ma grandissime cose…la natura è bellissima anche se a volte forse per colpe che abbiamo si rivolta con violenza…
Tutto intorno a noi è vita.
Kate
alanford50 ha detto:
Ciao volevo solo dirti che ho risposto al tuo commento, solo che al posto di inserirne uno nuovo, l’ho inserito come replica alla tua risposta, quindi ti costringo a fare un po’ di ricerca, la data è quella odierna…ciaooo neh!
stellasolitaria ha detto:
Carissimo Alan,
ho letto il commento, non mi sfugge nulla, anche se qualcuno pensa che io mi perda nel mio stesso blog…
Il tuo commento è lungo e intenso e ho bisogno di tempo e concentrazione, e adesso corro a letto perchè stanotte non sono riuscita a dormire. E’ talmente articolato e stimolante che non posso esaurirlo in due parole.
Penso che non ci sia commento sul mio blog a cui io non ho dato risposta, una risposta dal cuore. Se me ne fosse sfuggito qualcuno vi prego di farmelo notare.
un abbraccio e a presto….
kate ha detto:
Notte notte stellina…
kate
stellasolitaria ha detto:
Ti auguro di trovare dentro di te la luce che ti serve per illuminare questo tuo lungo viaggio. Notte
alanford50 ha detto:
Non avevo il minimo dubbio che il mio commento non fosse passato inosservato, il mio neurone quello logorroico ci ha dato dentro alla grande, si è sfogato…ahahahah, notte notte…
Ciaooo neh!
stellasolitaria ha detto:
Alan,
non avercela con me, ti prego. Tornerò presto, almeno spero, e ti dedicherò tutto il tempo che meriti. A presto
balibar ha detto:
Caro Alan, ci siamo già trovati a confrontarci qualche altra volta e credo che emerga facilmente che non la pensiamo allo stesso modo.
Intendiamoci, niente di sconvolgente né di eccessivamente critico, anzi, il confronto è, dal mio punto di vista, sempre salutare.
Quello che ci differenzia è la diversità dei presupposti.
Tanto per fare un esempio, ricorderai come la geometria euclidea, quella che si studia nelle scuole e che ha permesso all’uomo di andare sulla luna, si regge su cinque postulati (affermazioni evidenti ma non dimostrabili). Partendo dalla negazione di questi, del quinto in particolare, sono state create altre geometrie (non-euclidee) altrettanto valide e coerenti.
Ecco, io parto da qui: ho un altro concetto di realtà, che si discosta da quello comune ( una sedia è una sedia, un tavolo è un tavolo).
Cambiare questo punto significa variare il proprio modo di vedere la vita. Facilmente, dietro questi concetti, fanno capolino le fedi religiose ed i conseguenti dogmi.
Ho rispetto per qualsiasi (quasi) credo, anche perché è straordinario scoprire come le diverse fedi, almeno quelle del bacino indoeuropeo, dalla Persia fino all’oriente, abbiano, nella loro essenza, molti punti in contatto.
Non riesco a definirmi ateo o agnostico, mi piace pensarmi di più come osservatore, ricercatore e sperimentatore ( tutto nel senso più umile dei termini).
Potremmo andare avanti per ore a disquisire su questo tema, toccando le filosofie alla base delle religioni non solo cristiane, ebraiche o musulmane, ma anche quella induista, il tao, la filosofia mu o quella buddista (tanto per citarne alcune), senza dimenticare il credo degli indiani d’america o dei popoli Maya.
C’è chi trova il proprio spirito più aderente all’una o all’altra, spesso per tradizione o educazione.
Io sono stato cristiano credente ed ho fatto parte di comunità dove si studiavano le scritture, finché non mi sono sentito stretto, limitato.
Capisco e rispetto quindi Stella e chiunque scelga naturalmente una sua strada ed un suo credo.
Divento noiosamente sospettoso, se non avverso, quando tutto ciò diventa istituzione, quando religione, invece di fondarsi sul concetto di religio (coscienza, onore, lealtà), trovano la sua radice in religo ( legare, fissare, annodare).
Anch’io faccio spesso riferimento all’uomo dell’età della pietra, quello libero da molte infrastrutture sociali, ma lo vedo un po’ più bestia di come lo consideri tu.
Il grosso passo è avvenuto nel momento in cui egli ha preso “coscienza” di se stesso, da quando è stata superata la pura necessità di sopravvivenza e, quai inevitabilmente, con l’avvento della socialità, hanno cominciato a crearsi i meccanismi di potere (possesso), la vera perversione che conduce la vita.
Questo momento coincide, secondo me, con la cacciata dal paradiso terrestre o con la perdita dell’armonia universale. E questa è l’eredità che, consapevoli o meno, ci portiamo dietro.
Ma questo ci porta già ad aver operato una scelta di parte.
E se una realtà oggettiva non esistesse, se fosse tutto una rappresentazione, oppure una manifestazione materiale di un principio non dimostrabile , se fosse il nulla?
L’insicurezza umana lo ha portato direttamente fra le braccia della scienza con la sua dolorosa domanda : “dimostrami che esisto, da dove vengo e dove vado e che vivrò, sotto qualche forma, in eterno”. La paura della morte, fisica e spirituale.
Io trovo bello che proprio la scienza, ad esempio con la fisica quantistica e la teoria delle stringhe, ponga dei limiti alla sua determinatezza.
Un antropologo, un filosofo od un sociologo si farebbero grasse risate davanti a questo mio scritto, ma tant’è, questo è il mio livello.
Tutto questo dire, e ringrazio la Stellazza (emilianamente parlando) se me lo accetterà, per dirti che i limiti che io sento nelle tue parole sono la mancanza di relatività. Ma come ho detto all’inizio, partiamo da presupposti diversi.
Insomma, tu dici che sei realista e, dal tuo punto di vista, penso che sia vero e le conclusioni conseguenti siano giuste ma è, per l’appunto, il tuo modo di concepire la vita (non così evidente e tangibile per chi sa leggere fra le righe, come dici).
Quindi il mio rispetto ed il mio interesse vanno anche a te, quello che mi lascia perplesso non è il senso di pessimismo ma quello d’ineluttabilità e quindi di passività nel quale mi sembra ti ponga.
Mi ricorda, sempre ad esempio, quando parlavo con il mio padrone di casa (sperando in qualche utile dritta), escavatorista di professione, esprimendo la mia voglia di cambiare lavoro. E lui mi rispondeva che era nato in una famiglia così ed era assecondare le leggi di natura (o il disegno divino) aver continuato il mestiere. Quanto a me, che sono falegname, che non mi mettessi grilli in testa e accettassi il mio ruolo. Pensieri un po’ più profondi che non fanno riferimento solo ai mestieri.
Tutto il resto viene di conseguenza: la mia scarsa fede nel DNA, nell’infallibilità ed assolutezza della scienza, dell’impossibilità del cambiamento. Scoperte, quelle scientifiche, che non rinnego, ma sovravvalutate e prese come nuovi dogmi, perdendo per la strada un mucchio di altri aspetti non dimostrabili ma altrettanto presenti nella vita dell’uomo(e della donna).
Un ultimo appunto: l’amore, quello romantico, l’uomo della pietra non lo conosceva, è un’invenzione umana. 🙂
Un saluto
alanford50 ha detto:
@BALIBAR
Ciao Balibar, ti ringrazio per la tua risposta, molto dettagliata, anche se in verità, per mia assoluta ignoranza, non ho ben compreso tutte le sue parti, si ricordo che ci siamo già trovati su altri blogs, e devo ammettere che nonostante le divergenze evidenti, tutto è sempre rimasto nei limiti della reciproca rispettosa dialettica, differenze di opinione forse dovute anche alla differenza di età, io ho e mi sento 999 anni, anche se l’età non deve essere una scusante, convengo anche io, come te, che il confronto è sempre salutare e ci tengo a farti sapere che con chiunque io mi esprimo, quindi anche in questo caso, è sempre nel nome della dialettica e della visione personale che ho della vita, quindi tendente sempre ad uno scambio di visioni, assolutamente mai nulla di personale, così come ci tengo ogni volta a ribadire che quello che io affermo come mia verità è valida sempre e solo per me stesso, lungi da me il desiderio di vendere o svendere verità assolute.
Le nostre divergenze emergono già dalla tua prima affermazione “Ecco, io parto da qui: ho un altro concetto di realtà, che si discosta da quello comune (una sedia è una sedia, un tavolo è un tavolo)” io credo che esistono generalmente due realtà, quella oggettiva e quella soggettiva, fino a qui, nulla di nuovo, io tendenzialmente sono per l’esigenza che le persone (salvo sporadici casi) dovrebbero vedere la realtà oggettiva in modo molto simile e poco discordante, il difficile è riuscire a leggere e a scindere le due realtà senza lasciarsi condizionare senza permettere loro di mischiarsi in modo da confondere, perché è un percorso pericoloso, potrebbe a portare persino a prendere in considerazione che non esista una solo realtà oggettiva, accettare l’idea di una visione soggettiva dell’oggettività può assumere il senso del non senso, e come ho detto generare confusioni dalle quali non se ne esce più, già gestirne due è quasi follia perché quella soggettiva è contaminata da mille cose, da mille visioni, quali le ideologie e le religioni, nate da un perverso pensiero e dall’esigenza umana di allontanare l’uomo dalla realtà oggettiva, considerata troppo misera e quindi ingestibile, oltre che fuori dalla visione di un ipotetico progredire umano nel tempo.
Circa la matematica euclidea, evito di pronunciarmi non ne so o ricordo assolutamente nulla, ma in comune abbia mo il fatto che anche io non riesco a definirmi ateo o agnostico e mi piace pensarmi e definirmi un osservatore e ricercatore, chi mi conosce sa che amo definirmi nel vedermi seduto sulla riva del mio sacro fiume ad osservare il lento scorrere della vita, e da quella privilegiata posizione vedo passare tutti i cadaveri dell’umanità (compreso ogni tanto anche il mio) e quando nel loro lento scorrere mi passano davanti mi guardano negli occhi ed in quell’attimo non esistono bugie ne per loro ne per me, ovviamente anche per me, nel modo più umile ed intellettualmente onesto del termine.
Convengo anche con te circa il fatto che si potrebbe disquisirne per ore finendo inevitabilmente nella filosofia, cosa che , per mille motivi ovviamente è meglio tralasciare, ultimo ma non ultimo motivo, il fatto che anche di filosofia non ne capisco assolutamente nulla, quindi evito di cimentarmi.
Ci tengo che sia ben chiaro, che anche io capisco e rispetto Stella e chiunque scelga naturalmente una sua strada ed un suo credo.
Convengo anche con la tua visione sull’uomo della pietra,sicuramente era più bestia di quanto lo abbia descritto nel mio precedente commento, il mio era un esempio volutamente forzato per evidenziare una contrapposizione tra le origini e il presente dell’essere umano, per definire che quello che lo contraddistingueva erano in fondo le medesime basi essenziali che ancora oggi nonostante le contaminazioni sono presenti nell’uomo, identificando queste caratteristiche come facenti parti di un qualcosa di misto tra istinto e ragione, caratteristiche che oggi l’uomo in determinate occasioni tira fuori nei momenti meno opportuni e nei modi più cruenti, facendolo inesorabilmente rassomigliare all’uomo delle origini, quando la ragione tende a trasformarsi in istinto eccoci riassumibili nella razza animale dalla quale arriviamo e che forse in una qual misura continuiamo ad essere, in questo senso l’uomo non cambia mai, perché in determinate circostanze arriva sempre a ritirare fuori quelle ataviche spinte primordiali, la mia certezza è una denuncia proprio al poco uso della ragione che è l’unica forma che ci contraddistingue veramente e sostanzialmente dalle altre razze animali del pianeta, il mio realismo/pessimismo prende conferma dal fatto che dalla genesi dell’uomo ad oggi, non è riuscito a fare un vero uso dell’intelligenza a favore di uno smodato uso degli istinti primordiali, quindi se in migliaia e migliaia di anni l’uomo non ha saputo abbandonare certi istinti non nutro nessunissima speranza che lo possa fare in futuro, per lo meno ora come ora non se ne vedono i presupposti, ed il tempo comincia a non essere più a nostro favore.
M i piace molto la domanda che ti sei posto “E se una realtà oggettiva non esistesse, se fosse tutto una rappresentazione, oppure una manifestazione materiale di un principio non dimostrabile , se fosse il nulla?” per fortuna non ho risposte ad una domanda simile, ma è una ipotesi molto affascinante, forse neanche poi troppo campata in aria, significherebbe che quello che noi abbiamo sempre visto come un dono ‘L’intelligenza’ invece andrebbe vista come un evento nefasto, credo che l’essere totalmente dipendenti dall’istinto a questo punto sarebbe stata più auspicabile come sorte.
Circa i limiti che senti nelle mie parole e che tu attribuisci alla mancanza di relatività, anche se partiamo da presupposti diversi, credo di averlo spiegato prima con quella che io reputo la totale immobilità intellettuale nel corso dei millenni della razza umana, da questa presa di coscienza una dose di ineluttabilità e quindi di passività ci stia tutta e ne sia una logica conseguenza, la mia visione logica e quadrata della vita non può che portarmi verso queste considerazioni, ovviamente lasciando sempre uno spiraglio aperto alle varie ed eventuali, che però fino ad ora non si sono mai presentate, tu citi altri aspetti non dimostrabili ma altrettanto presenti nella vita dell’uomo, quello che non è dimostrabile è perché per ora non esiste, se esiste il venire riconosciuto ne avvalla il senso di esistere e diventa di per se una forma minima di dimostrazione, la sedia c’è o non c’è, il perché c’è fa parte della soggettività dell’uomo e della sua intelligenza.
Che l’amore romantico non esistesse per l’uomo della pietra non è dimostrabile, ma sicuramente, magari in una forma a noi sconosciuta io sono convinto che è esistito sicuramente, ma anche su questo si finirebbe di ricadere su di un discorso filosofico.
Ti ringrazio per l’occasione ed il gran piacere di interloquire con te, ti lascio con il mio classico saluto….ciaooo neh!
Cosetta ha detto:
Sono convinta che, se c’è uno scopo del perché esistiamo, bè… sicuramente è quello di evolverci, migliorarci.
E credo non possa avvenire senza guardare dentro di noi, alla parte più oscura.
E’ allora che ci si accorge della luce… perché…è come sulla spiaggia quando c’è il sole forte, e le ombre allora sono scure e nette, e le vediamo… c’è un modo di dire, che a me piace tanto…”Dove la luce è più forte l’ombra è più nera”.
E possiamo prenderne atto.
stellasolitaria ha detto:
Cosetta,
le tue parole mi hanno fatto riflettere e prendere atto che il viaggio è ancora lungo, ma la luce c’è e se la vogliamo vedere il nostro viaggio sarà lungo, faticoso, ma luminoso.
Un abbraccio di luce
Stellasolitaria ha detto:
Carissimi Alaford e Balibar.
per una volta mi vedo costretta a rispondervi insieme, perchè ho riletto il commento originale di Alan a cui avevo promesso una risposta con calma, il commento di Balibar ad Alan e la risposta di Alan a Balibar, e ho tutto mixato ed elaborato nella mia mente. Quindi scindere ciò che è da dire a Balibar da quello da dire ad Alan mi risulterebbe difficile.
Spesso mi trovo a scontrarmi sul concetto di oggettività, e mi rendo conto che molte persone si ostinano a considerarsi oggettivi pur non essendolo. Quando mi sento dire davanti a un bell’uomo o a una splendida casa: che brutto mi rendo conto che è un parere soggettivo. Dovremmo essere in grado di renderci conto se rispondendo ai canoni di estetica qualsiasi cosa può essere definita bella e al massimo dire: bellissima ma non è di mio gusto, e aggiungere poi le motivazioni.
La realtà è una e non cambia. Noi però la percepiamo in modo differente. I nostri occhi la percepiscono in modo differente. Da cui la soggettività.
Io sono nata in una famiglia credente e praticante. Così mio fratello. Poi le nostre strade religiose verso i vent’anni si sono divise. Lui è diventato credente non praticante, io sono rimasta credente e praticante. Alla fine non conta la religione che ci è più simpatica, ma conta crede in qualcuno o qualcosa, come dice sempre il prete della mia parrocchia.
Se penso all’uomo della pietra lo vedo semi nudo con qualche pezzo di pelle addosso per coprirsi le parti intime, con barba e capelli lunghi, con una clava in mano che mangia una coscia cotta sul fuoco di qualche anima cacciato. Forse per lui il concetto di romanticismo era diverso da quello che posso avere io oggi. Non nego che a modo suo con la sua donna della pietra potesse essere romantico, ma per noi uomini del 2009 magari sarebbe sembrato un non romanticismo.
L’uomo da sempre differisce dall’animale perchè dotato di ragione. L’uomo cresce in un contesto sociale dove ci sono regole da rispettare. L’uomo si relaziona, si confronta, sbaglia e impara e quindi si migliora e cambia. Non posso negare il cambiamento individuale, della società, dell’ambiente in cui viviamo. Sarebbe un’utopica follia affermare il non cambiamento.
La realtà è quella davanti agli occhi di tutti noi. Noi poi la percepiamo con i nostri occhi. Non posso che leggere pessimismo dentro di te Alan. Non è una critica. Non è un giudizio. Il fatto che mi colpisce è che tu non accetti il fatto che il qualcuno ti percepisce pessimista? Io sono in fondo una sognatrice, che crede ancora nel mondo di Alice. Come potrei rimanerci male se qualcuno mi dice che credo ancora alle favole? Gli studi che ho fatto mi fanno stare sul mondo reale, e anche il lavoro che faccio, ma il mio io è quello del sogno e il cielo di Stella è un mondo incantato tra realtà e fantasia.
Un ringraziamento a te Balibar e a te Alan per questa ulteriore riflessione. Aprezzerò ogni vostro commento in merito.
P.s. se vi ho offeso in qualche modo non era mia intenzione. Ho espresso solo il mio pensiero.
Stella
alanford50 ha detto:
Ciao Stella, innanzitutto ci tengo a dirti che non sono assolutamente offeso, ognuno di noi ha espresso liberamente e con la massima tranquillità ed educazione il proprio pensiero, quindi non c’è assolutamente nulla di male, anzi, il contrario, credo che sia espressione di positività, di educazione e di assoluta apertura ad ogni forma di pensiero anche se diverso dal proprio, quindi no problem.
Convengo con te la dove dici “La realtà è una e non cambia. Noi però la percepiamo in modo differente. I nostri occhi la percepiscono in modo differente. Da cui la soggettività.” Quindi convieni con me che quando volutamente si cerca di avvicinarsi il più possibile alla verità oggettiva si renda necessario un grande sforzo e la capacità di uscire e andare oltre le proprie convinzioni e visioni.
Io sono nato in una famiglia mediamente religiosa, la mamma di più il babbo di meno, come spesso capita nelle famiglie italiane, io ho frequentato associazioni giovanili cattoliche fino ai 18 anni, ma senza alcuna convinzione religiosa, poi mi sono lasciato prendere dal mondo e dal suo vivere, relegando la religione unicamente come forma di dibattito e di pseudo ricerca , una cosa molto all’acqua di rose, vissuta più per il puro gusto del dibattito che non per una vera ricerca teologica, quindi tendo a riconoscermi più in una forma di ateismo aperto che non sicuramente alla mia fede di nascita.
Circa l’uomo della pietra era chiaro il mio intento di utilizzare due paragoni estremi e contrastanti, ma pur condividendo la tua immagine, voglio credere in una qualche nascosta forma di romanticismo, ovviamente proporzionato all’era di cui parliamo, immagino e voglio credere che per lo meno nell’atto sessuale (ma non solo) non sia stato unicamente una cosa istintiva ed animalesca ma che almeno in quell’atto così primordiale ci fossero già le prime reminescenze di un qualcosa di più elevato rassomigliante ad una forma di sentimento, che forse sarà probabilmente comparso molto dopo.
Tu dici “L’uomo da sempre differisce dall’animale perché dotato di ragione. L’uomo cresce in un contesto sociale dove ci sono regole da rispettare. L’uomo si relaziona, si confronta, sbaglia e impara e quindi si migliora e cambia.” Questa tua affermazione mi trova quasi totalmente d’accordo, tranne la parte finale dove scrivi “sbaglia e impara e quindi si migliora e cambia”, a mio modestissimo parere, è vero, sbaglia ma quasi mai impara, la storia ce lo dimostra spudoratamente ed inequivocabilmente, in tutti i millenni di vita ha ripetuto sempre i medesimi errori basilari, ogni volta con una motivazione diversa, ma sempre gli stessi errori, la regola non scritta di MORS TUA VITA MEA sembra l’unica che abbia unito l’uomo nella sua intera storia, quindi più che imparare io opto per un “adeguarsi” al suo presente ed al suo quotidiano, impara ad usare la tecnologia che man mano ha saputo creare, ma questo non è un vero imparare, ora che usiamo la tecnologia più innovativa non abbiamo imparato di più rispetto ai nostri predecessori, non siamo uomini migliori, siamo solo uomini con più conoscenze, ma nulla è cambiato nel nostro profondo, ed proprio questo che io intendevo quando affermavo che l’uomo non cambia, guardandosi intorno io non vedo uomini migliori, vedo solo uomini minimamente più intelligenti, che hanno saputo evolvere nella scienza , ma l’istinto legato al nostro essere esseri umani non è cambiato ed è tutt’ora quello primordiale, di questo ne sono assolutamente convinto.
Io accetto assolutamente Il fatto che qualcuno mi percepisce come un pessimista, al punto che ogni qual volta entro in contatto con persone che non mi conoscono sono io il primo ad avvisare di come sono percepito, però ci tengo a precisare che io non condivido questa visione che lascio di me, vedendomi in tutta onestà intellettuale più sotto un’ottica di realista convinto, che è una cosa molto diversa, secondo me dipende molto da quanto una persona sia capace di allontanarsi alla propria verità soggettiva per avvicinarsi anche con una certa porzione di giusta sofferenza verso quella più oggettiva che di fatto non mi appartiene, come scrissi io sono un osservatore della vita, perennemente seduto in riva la mio sacro fiume ad osservare il lento passaggio dei cadaveri dell’umanità intera (molte volte, compreso anche il mio) e al passaggio ognuno di loro mi guarda intensamente e incrociando gli sguardi si percepisce che in quel linguaggio non c’è posto per la menzogna, da qui l’obbligo di farmi carico di questa consapevolezza non priva di sofferenza, tu ti descrivi una sognatrice, ebbene cosa c’è di più innocente e bello, io a differenza tua non posso ne riesco ad accettare quello che il sogno può darmi, perché è sempre legato all’effimero e non al reale, sicuramente i miei orizzonti sono molto più aridi dei tuoi, ma in tutta onestà riconosco la valenza di entrambe le visioni, perché in verità entrambe le visioni richiedono comunque la sopportazione di una dose di sofferenza, da qui si evince che proprio ci è impossibile farne a meno, ed è inevitabile, non solo, è sbagliato il cercare di evitarla, al contrario come tutte le cose della vita, deve essere somatizzata e resa partecipe del nostro quotidiano vivere, io non condivido chi cerca a tutti i costi solo il positivo, il benessere, il bello, rifiutandone anche l’opposto, questa condizione genera sofferenze indicibili e dal quale poi difficilmente se ne esce con le ossa intere.
A chiusa dell’ennesimo sfogo del mio neurone logorroico, ti ringrazio per lo spazio che mi concedi, spazio che io cercherò sempre di rispettare , qualora tu non trovassi opportuno il mio scrivere, non farti problemi e fammelo sapere.
Ciaooo neh! alla prox.
stellasolitaria ha detto:
Alan, promesso arriva la controbattuta. Promesso.